Il prossimo anno accademico avrebbe potuto essere finalmente un anno tranquillo e sarà, invece, l’ennesimo anno di transizione, sospeso fra dati positivi ed elementi di preoccupazione dovuti alla mancanza di certezze per la sede dell’Università.
Cominciamo dal bicchiere mezzo pieno. I dati positivi sono legati ad un incremento del numero di soci e di presenze alle lezioni, che nell’anno appena concluso ci ha consentito di recuperare e superare i livelli pre-pandemia, con conseguenti benefici anche in termini di bilancio. Parallelamente siamo riusciti a confezionare per il prossimo a.a. un programma, che ci pare ancora una volta ricco, con corsi in grado di intercettare gli interessi più diversi. Per questo avremmo potuto guardare con una certa tranquillità all’attività futura.
Ma, come più volte annunciato, i problemi vengono dalla struttura che attualmente ci ospita e che risulta inadeguata alla normativa antisismica. L’edificio, di proprietà della Fondazione Caript, dovrà essere liberato di tutte le funzioni attualmente presenti. Fra le quali, ovviamente, anche la nostra Università.
La soluzione individuata dalla Fondazione prevede il trasferimento degli uffici e di tutte le attività al Pallavicini Center, ma una collocazione così decentrata e poco servita da mezzi pubblici non ci è sembrata adeguata alle nostre esigenze. Per il nostro tipo di utenza abbiamo bisogno di una sede in città ed in questo senso ci siamo attivati fin da subito.
Abbiamo vagliato numerose possibilità, molte delle quali scartate per manifesta inadeguatezza. Ne sono rimaste in campo due: Monteoliveto, da cui proveniamo, per cui siamo in contatto con la Diocesi, e San Jacopo in Castellare, recentemente restaurato, per cui siamo in contatto con il Comune. Entrambe presentano, per ragioni diverse, pregi e difetti. In futuro, torneremo a valutarle attentamente con un occhio rivolto al biennio 2025/27.
Per il prossimo anno, invece, ecco un annuncio che penso incontrerà il favore di tutti i soci: resteremo dove siamo. D’accordo con gli amministratori di Uniser e con un sostanziale assenso della Fondazione, confortati dal parere dei tecnici, che parlano di uno slittamento del trasloco al 2025, abbiamo deciso di scommettere sulle italiche lungaggini della burocrazia e dei lavori pubblici e di confermare per l’a.a. 2024/25 l’attuale sede. Se poi il problema si ponesse puntualmente nei primi mesi del 2025, il nostro programma annuale sarebbe ormai in retta d’arrivo e potremmo più agevolmente fronteggiare l’emergenza.
Incrociamo le dita e auguriamoci che valga anche per noi il vecchio motto “la fortuna aiuta gli audaci”.
Il Presidente
Andrea Fusari